venerdì 23 novembre 2018

SANTA MESSA IN OCCASIONE DELLA GIORNATA DELLE CONFRATERNITE E DELLA PIETÀ POPOLARE


OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Piazza San Pietro
VI Domenica di Pasqua, 5 maggio 2013


Cari fratelli e sorelle, siete stati coraggiosi a venire con questa pioggia… Il Signore vi benedica tanto!
Nel cammino dell'Anno della fede, sono contento di celebrare questa Eucaristia dedicata in modo speciale alle Confraternite: una realtà tradizionale nella Chiesa, che ha conosciuto in tempi recenti un rinnovamento e una riscoperta. Vi saluto tutti con affetto, in particolare le Confraternite venute da varie parti del mondo! Grazie per la vostra presenza e la vostra testimonianza!
1. Nel Vangelo abbiamo ascoltato un brano dei discorsi di addio di Gesù, riportati dall'evangelista Giovanni nel contesto dell'ultima Cena. Gesù confida agli Apostoli i suoi ultimi pensieri, come un testamento spirituale, prima di lasciarli. Il testo di oggi insiste sul fatto che la fede cristiana è tutta incentrata sul rapporto con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Chi ama il Signore Gesù accoglie in sé Lui e il Padre e grazie allo Spirito Santo accoglie nel proprio cuore e nella propria vita il Vangelo. Qui ci è indicato il centro da cui tutto deve partire e a cui tutto deve condurre: amare Dio, essere discepoli di Cristo vivendo il Vangelo. Benedetto XVI rivolgendosi a voi, ha usato questa parola: evangelicità. Care Confraternite, la pietà popolare, di cui voi siete un’importante manifestazione è un tesoro che ha la Chiesa e che i Vescovi latinoamericani hanno definito, in modo significativo, come una spiritualità, una mistica, che è uno «spazio di incontro con Gesù Cristo». Attingete sempre a Cristo, sorgente inesauribile, rafforzate la vostra fede, curando la formazione spirituale, la preghiera personale e comunitaria, la liturgia. Nei secoli le Confraternite sono state fucine di santità di tanta gente che ha vissuto con semplicità un rapporto intenso con il Signore. Camminate con decisione verso la santità; non accontentatevi di una vita cristiana mediocre, ma la vostra appartenenza sia di stimolo, anzitutto per voi, ad amare di più Gesù Cristo.
2. Anche il brano degli Atti degli Apostoli che abbiamo ascoltato ci parla di ciò che è essenziale. Nella Chiesa nascente ci fu subito bisogno di discernere ciò che era essenziale per essere cristiani, per seguire Cristo, e che cosa non lo era. Gli Apostoli e gli altri anziani fecero una riunione importante a Gerusalemme, un primo "concilio", su questo tema, per i problemi che erano nati dopo che il Vangelo era stato annunciato ai pagani, ai non ebrei. Quella fu un'occasione provvidenziale per capire meglio che cosa è essenziale, cioè credere in Gesù Cristo morto e risorto per i nostri peccati, e amarsi come Lui ci ha amati. Ma notate come le difficoltà furono superate non al di fuori, ma nella Chiesa. E qui c’è un secondo elemento che vorrei richiamarvi, come fece Benedetto XVI, e cioè l’ecclesialità. La pietà popolare è una strada che porta all’essenziale se è vissuta nella Chiesa in profonda comunione con i vostri Pastori. Cari fratelli e sorelle, la Chiesa vi vuole bene! Siate una presenza attiva nella comunità come cellule vive, pietre viventi. I Vescovi latinomericani hanno scritto che la pietà popolare di cui siete espressione è «una modalità legittima di vivere la fede, un modo di sentirsi parte della Chiesa» (Documento di Aparecida, 264). E’ bello questo! Una modalità legittima di vivere la fede, un modo di sentirsi parte della Chiesa. Amate la Chiesa! Lasciatevi guidare da essa! Nelle parrocchie, nelle diocesi, siate un vero polmone di fede e di vita cristiana, un'aria fresca!. In questa Piazza vedo una grande varietà prima di ombrelli e adesso di colori e di segni. Così è la Chiesa: una grande ricchezza e varietà di espressioni in cui tutto è ricondotto all’unità; la varietà ricondotta all'unità è l’incontro con Cristo.
3. Vorrei aggiungere una terza parola che vi deve caratterizzare: missionarietà. Voi avete una missione specifica e importante, che è quella di tenere vivo il rapporto tra la fede e le culture dei popoli a cui appartenete, e lo fate attraverso la pietà popolare. Quando, ad esempio, voi portate in processione il Crocifisso con tanta venerazione e tanto amore al Signore, non fate un semplice atto esteriore; voi indicate la centralità del Mistero Pasquale del Signore, della sua Passione, Morte e Risurrezione, che ci ha redenti, e indicate a voi stessi per primi e alla comunità che bisogna seguire Cristo nel cammino concreto della vita perché ci trasformi. Ugualmente quando manifestate la profonda devozione per la Vergine Maria, voi indicate la più alta realizzazione dell’esistenza cristiana, Colei che per la sua fede e la sua obbedienza alla volontà di Dio, come pure per la sua meditazione della Parola e delle azioni di Gesù, è la discepola perfetta del Signore (cfr Lumen gentium, 53). Questa fede, che nasce dall'ascolto della Parola di Dio, voi la manifestate in forme che coinvolgono i sensi, gli affetti, i simboli delle diverse culture... E così facendo aiutate a trasmetterla alla gente, e specialmente alle persone semplici, a coloro che nel Vangelo Gesù chiama «i piccoli». In effetti, «il camminare insieme verso i santuari e la partecipazione ad altre manifestazioni della pietà popolare, portando con sé anche i figli e coinvolgendo altre persone, è in se stesso un'azione di evangelizzazione» (Documento di Aparecida, 264). Quando voi andate ai santuari, quando portare la famiglia, i vostri figli, voi state facendo proprio un’azione di evangelizzazione. Bisogna andare avanti così! Siate anche voi veri evangelizzatori! Le vostre iniziative siano dei “ponti”, delle vie per portare a Cristo, per camminare con Lui. E in questo spirito siate sempre attenti alla carità. Ogni cristiano e ogni comunità è missionaria nella misura in cui porta e vive il Vangelo e testimonia l’amore di Dio verso tutti, specialmente verso chi si trova in difficoltà. Siate missionari dell’amore e della tenerezza di Dio! Siate missionari della misericordia di Dio, che sempre ci perdona, sempre ci aspetta, ci ama tanto!
Evangelicità, ecclesialità, missionarietà. Tre parole! Non dimenticarle! Evangelicità, ecclesialità, missionarietà. Chiediamo al Signore che orienti sempre la nostra mente e il nostro cuore verso di Lui, come pietre vive della Chiesa, perché ogni nostra attività, tutta la nostra vita cristiana sia una testimonianza luminosa della sua misericordia e del suo amore. E così cammineremo verso la meta del nostro pellegrinaggio terreno, verso quel santuario tanto bello, la Gerusalemme del Cielo. Là non c’è più alcun tempio: Dio stesso e l’Agnello sono il suo tempio; e la luce del sole e della luna cedono il posto alla gloria dell’Altissimo. Così sia.

© Copyright 2013 - Libreria Editrice Vaticana

lunedì 19 novembre 2018

IL RUOLO DELLE CONFRATERNITE ED IL LORO SERVIZIO NELLA CHIESA

Testo di Giovanni Calisi


1. Analizzare il ruolo delle Confraternite ed il loro servizio nella Chiesa non è mero un esercizio di cultura storica e neppure una analisi giuridica. Esso ci consente di riflettere anche sul futuro ruolo delle Confraternite, e sul loro ruolo all'interno della Chiesa.
Quando si pensa alle Confraternite si pensa giustamente ad istituzioni cariche di storia. Effettivamente rintracciare le esatte origini storiche è alquanto difficile e porta a risultati comunque non definitivi.
Certamente l'origine può essere fatta risalire alle prime comunità cristiane, per cui possiamo senza dubbio affermare che la storia delle Confraternite laicali è intimanente connessa alla storia della Chiesa stessa.
L'associazionismo laicale fu una esigenza che i cristiani sentirono fin da subito, per realizzare la fratellanza e l'amore di Cristo secondo il principio evangelico "se due o tre si riuniscono per invocare il mio nome io sono in mezzo a loro" (Mt. XVIII, 20).

2. Le Confraternite come le conosciamo oggi, e dalle quali discendiamo direttamente e senza interruzione, sorsero nel XII secolo quali associazioni di fedeli erette per l'esercizio di opere di carità e pietà, ma aventi anche lo scopo dell'incremento del culto pubblico.
A differenza delle congregazioni religiose i membri delle Confraternite, allora come oggi, non emettono voti né vivono in comunità.
La stabilità, elemento molto importante in una associazione, in quanto solo così possono essere raggiunti gli scopi più alti, viene assicurata dalla erezione canonica, che consiste in un formale decreto emesso dalla autorità ecclesiastica e dalla obbligatoria adozione di uno statuto, che fissa lo scopo della Confraternita e regola i rapporti sociali interni.
La diffusione delle Confraternite, dal XII secolo in poi, fu rapidissima: Francia, Germania, Italia, Spagna.
La presenza penetrante delle Confraternite in tutti gli strati sociali, la fiducia che incutevano nei fedeli, l'esempio di povertà e di rettitudine, contribuirono a salvare la Chiesa negli anni della divulgazione della eresia.
I laici associati permisero alla Chiesa di essere presente in tutti gli ambienti, costituendo un vero e proprio tessuto connettivo di fronte al quale l'eresia non aveva la possibilità di attecchire.
Dobbiamo ricordare che in Germania, nelle città in cui vi era una forte presenza di laici associati in Confraternite la predicazione protestante si arrestò, dilagando invece altrove.
Nel '500 a Colonia vi erano 80 Confraternite a Lubecca 70, ad Amburgo 100: ebbene queste città seppero mantenere una forte presenza cattolica e come a Colonia i cattolici rimasero, come in effetti tuttora sono, maggioranza.

3. Nel corso dei secoli gli scopi delle Confraternite si mantennero sempre presenti, su due binari.
Da un lato la missionarietà e dall'altro l'esercizio della carità: accogliere i pellegrini, assistere i carcerati, seppellire i morti, costruire ospedali.
In questa sede non è possibile analizzare i rapporti delle Confraternite con la società e con la Chiesa e la loro evoluzione storica. Va però sottolineato che con singolare capacità "autorigeneratrice", di volta in volta, le Confraternite seppero adattarsi alle mutate condizioni dei tempi.
Arriviamo invece ai giorni nostri e cerchiamo di vedere come le Confraternite si inseriscono nella struttura ecclesiale e quindi cosa possono offrire e proporre per il futuro.

4. Abbiamo detto che le Confraternite sono associazioni di fedeli.
Il codice di diritto canonico (CIC) del 1983 al canone 215 enuncia il diritto dei fedeli di riunirsi in associazioni.
Può sembrare curiosa questa enunciazione, se si considera che con le Confraternite i fedeli già da secoli esercitavano questo diritto, tuttavia va considerato il nuovo rilievo che si vuole dare nella Chiesa alle associazioni di fedeli sulla base delle dottrine espresse nel Concilio Vaticano II.
Si riconosce cioè che il diritto di associarsi non può essere visto soltanto come un diritto umano recepito dall'ordinamento della Chiesa - come in effetti già era nel Codice Pio Benedettino del 1917 - ma l'associarsi nella Chiesa che è Popolo e Corpo, risponde al valore divino.

5. Il vigente diritto canonico ha ritenuto utile suddividere le associazioni in due grandi gruppi:
- le associazioni pubbliche
- le associazioni private.
L'esistenza di queste ultime è una novità mentre riguardo alle prime esse erano già delineate nel Codice piano benedettino proprio nelle disposizioni riguardanti le Confraternite.
Le Confraternite per antica tradizione, alla quale ci si richiama ai sensi del canone 120 CIC 1983, appartengono alla categoria delle associazioni pubbliche di fedeli che si differenziano sostanzialmente nel regime giuridico e nel loro rapporto con l'autorità ecclesiastica (cf. can 301 CIC).
L'esatta definizione giuridica delle Confraternite è quindi quella ancora contenuta dal canone 707 del codice di diritto canonico del 1917, con i rilevanti aggiornamenti contenuti nel codice del 1983, che modernizza il ruolo della Confraternite, inserendole nelle associazioni pubbliche e conferendo a questa importante categoria compiti del tutto speciali.

6. E' interessante analizzare i caratteri propri degli enti ("associazioni pubbliche") alla cui categoria appartengono le nostre istituzioni. Da queste analisi appare chiaro il ruolo che la Chiesa affida al laicato "pubblico".
I) sono erette dalla gerarchia.
II) la gerarchia assegna una missione canonica
III) le associazioni pubbliche agiscono in nome della gerarchia
IV) sono sottomesse in tutto al governo dei sacri pastori,
V) i loro beni sono beni ecclesiastici.

I) le associazioni sono erette dalla gerarchia. Occorre un atto di erezione per costituire una nuova Confraternita e tale atto è proprio ed esclusivo della autorità ecclesiastica, che contemporaneamente alla erezione canonica concede anche la personalità giuridica.

II) la stessa gerarchia assegna una missione canonica in quanto i fini delle associazioni presuppongono una partecipazione nella missione pastorale propria della gerarchia. Precisamente il canone 301 CIC affida alle persone pubbliche due finalità:
a - l'insegnamento della dottrina cristiana in nome della Chiesa
b - l'incremento del culto pubblico.
Questi sono di fatto i compiti che la Chiesa affida oggi alle Confraternite.
Occorre precisare che se ad ogni fedele è fatto obbligo di insegnare la dottrina cristiana il compito di farlo in nomine Ecclesiae è compito che spetta all'autorità la quale può affidarlo ad una associazione.
Riguardo al culto pubblico, la seconda finalità, occorre dire ciò che si riferisce al culto pubblico, normalmente è compito collegato al munus santificandi che spetta in quanto tale ai Pastori consacrati in conformità col disegno divino sulla Chiesa. L'affidamento di questa funzione ad una associazione laicale è una grave responsabilità che costituisce la associazione stessa quale più stretto collaboratore della autorità, che da parte sua si rende garante dell'operato della stessa associazione.

III) le associazioni pubbliche agiscono in nome della gerarchia. La autorità ecclesiastica affida dunque una sorte di missione alle associazioni pubbliche, che sono legittimate nella propria azione dal mandato ricevuto ed in base ad esso svolgono il proprio ministero.

IV) sono sottomesse in tutto al governo dei sacri pastori, che approvano gli statuti, i quali dovranno obbligatoriamente contenere disposizioni precise riguardo alla ammissione o alla espulsione dei confratelli, la relazione della associazione con la autorità ecclesiastica (che potrà ad esempio designare il responsabile), i modi di gestire i beni, la procedura di soppressione etc.

V) i beni sono beni ecclesiastici. Da un lato ciò determina una limitazione nella gestione degli stessi, dall'altro è una garanzia di maggior tutela a favore dei beni stessi, i quali non potranno essere ceduti senza le opportune garanzie e tutele previste per gli altri beni ecclesiastici.
Riguardo agli edifici di culto vi è poi la ulteriore garanzia prevista dall'art. 831 del Codice Civile Italiano, che prevede l'uso esclusivo delle chiese a fini di culto e la cessione "forzata" della Chiesa stessa qualora tale fine di culto, per qualunque motivo, non sia più realizzato.


7. Come ribadito nel Decreto sull'apostolato dei Laici (Decr. Apostolicam Actuositatem n. 19) le associazioni del can 301 sono al servizio della missione e del fine della Chiesa e rappresentano un caso specifico di collaborazione dei fedeli, in questo caso in modo associato, concretizzando così una partecipazione tutta speciale di una porzione di popolo di Dio alla missione apostolica della Chiesa particolare.
Si tratta dunque di una manifestazione del tutto particolare e diremmo privilegiata che si inserisce però perfettamente nella particolare fisionomia che nel corso della storia le Confraternite sono venute assumendo e che più sopra abbiamo brevemente tratteggiato.
Le Confraternite hanno quindi una missione concreta ed attuale, rinnovata e precisata nella sue caratteristiche più salienti dal recente Codice di diritto canonico.
Per adeguarsi a questa missione le Confraternite devono guardare al proprio passato, ed alle finalità così come ci sono state tramandate dalla tradizione "l'esercizio ed incremento del culto pubblico, la promozione delle funzioni liturgiche, la catechesi ed azione pedagogica di iniziazione e di sostegno ad una vita esemplarmente cristiana l'osservanza della legge divina e le pratiche di pietà, l'assistenza religiosa ai confratelli defunti, i suffragi per i confratelli defunti, l'esercizio delle opere di misericordia temporale e spirituale".

8. Le Confraternite si inseriscono quindi nella nuova visione del laico, il quale non è più considerato alla stregua di un soggetto passivo in contrapposizione al clero, ma partecipa con il clero stesso alla vita attiva della Chiesa.
Si tratta di un nuovo orizzonte, che per certi versi vede impreparata la stessa gerarchia ecclesiale. Fino al 1983, pur con le mitigazioni Conciliari, era vigente il canone 948 del codice del 1917, che parlando dei laici e dei chierici consideravi i primi alla tregua dei governati ed i secondo quali governanti.
Vi è stato quindi un balzo in avanti, stimolato dagli interventi dell'attuale Pontefice.
In questo dato di novità si inseriscono, diremmo curiosamente, le Confraternite, che sorsere e si affermarono nel lontano Medioevo al fine di partecipare attivamente alla vita della Chiesa. Cosicchè possiamo affermare che le Confraternite furono in un certo senso anticipatrici delle attuali correnti di pensiero canonistiche, che finalmente e solo ora vedono affermarsi e codificarsi la presenza viva dei laici.
Da qui ne deriva un'altra considerazione.
La sfida dei tempi nuovi, la sfida della società che cambia, deve essere raccolta in primo luogo dalle Confraternite, la cui tradizione a difesa della dottrina cristiana ha lontane e solide origini.
In questa breve conversazione abbiamo ricordato il passato ed in particolare gli anni bui della Chiesa. Abbiamo anche ricordato la presenza delle Confraternite ed il loro ruolo attivo. Occorre ora guardare al futuro con la serietà che esso merita, ma anche con l'occhio del cristiano al quale non può mancare la fiducia della Parola di Dio.
Nuove sfide avanzano.
La secolarizzazione della società e la sua progressiva scristianizzazione, e la carenza di Pastori.
Abbiamo visto che la Chiesa affida alle Confraternite il compito di insegnare la dottrina cristiana in nome della Chiesa e di incrementare il culto pubblico.
Ebbene questi sono due compiti che nel futuro peseranno sempre più sulle Confraternite le quali sono dunque chiamate a dare una autentica testimonianza di fede e carità nello spirito della Lumen Gentium per cui i laici "sono resi partecipi del'uffico sacerdotale profetico e regale di Cristo e per la loro parte compiono nella Chiea e nel mondo la missione propria di tutto il popolo cristiano".


Avv. Giovanni Calisi
licenziato in Diritto Canonico
presso la Pontificia Università Lateranen




Fonte Articolo internet : https://digilander.libero.it/confraternitegenova/calisi.html