A un anno dalla fondazione la Confraternita dell’Addolorata di Rosarno ha riunito
le Confraternite della diocesi di Oppido Mamertina – Palmi intorno ad una
tavola rotonda per riflettere sul significato dell’essere confratelli nel terzo
millennio. In particolare si è analizzato il profilo del confratello e la sua missione
nella chiesa e nel territorio alla scoperta del mondo affascinante e poliedrico
delle Confraternite che hanno alle spalle eredità preziose da onorare. L’incontro
si è svolto lo scorso sabato nell’oratorio Madonna di Fatima della parrocchia
Maria Santissima Addolorata che in questi giorni sta vivendo i festeggiamenti
religiosi e civili in suo onore. Alla giovanissima Confraternita don Letterio
Festa direttore dell’archivio storico diocesano, il quale ha relazionato sul rapporto
tra chiesa e Confraternite, ha riconosciuto un grande merito quello di aver riacceso
l’interesse nelle Confraternite della diocesi le quali hanno vissuto un periodo
di difficoltà. «E’ accaduto grazie ad una idea profetica di don Giuseppe Calimera,
padre spirituale della Confraternita rosarnese, che ha riacceso la devozione, si
è rimboccata le maniche ed ha dimostrato con le opere quella fede che ha nel
cuore». Don Festa ha poi fatto notare che vestire l’abito della Confraternita
oggi non è facile, è coraggioso, perché non siamo nell’epoca costantiniana ma
delle persecuzioni, la pietà popolare è perseguitata, ma questo ambito ancora parla,
tocca, spinge all’azione, la Confraternita prova questo, conferma che è possibile
essere confratelli ancora oggi. Il sacerdote esperto Festa ha anche ricordato che
le prime associazioni laicali sono state le confraternite che possedevano un
sentimento di comunione, condivisione, corresponsabilità, che oggi non possono
non essere considerate, «non esiste il singolo cristiano». E ha suggerito: «Occorre
diffondere la devozione, l’aspetto caritativo e lo spirito di pietà con fatti
concreti, molti si sono formati nelle confraternite, tutti gli aspetti del
passato devono essere presenti oggi, in base al contesto, un parroco non può andare
da tutti i sofferenti, deve intervenire la Confraternita con la visita e l’attenzione,
con lo sguardo di misericordia, e dovrebbe preparare il cristiano alla morte, come
affrontare terribili momenti. Inoltre, la Confraternita ha il compito di diffondere
l’arte sacra, per trasmettere attraverso l’arte i contenuti della fede». Infine,
don Letterio Festa ha aperto una parentesi sul diritto canonico per dire che le
Confraternite di diritto possono avere una personalità giuridica propria, la
libertà di azione le viene riconosciuta dal codice. Ha spiegato invece le
origini, le finalità, lo spirito, le regole delle Confraternite e la figura del
confratello, Antonio Caroleo, coordinatore
regionale della Confederazione delle Confraternite delle diocesi d’Italia. Origini.
«Il mondo confratellare è variegato e affonda le radici intorno
all’anno mille, nasce dalle ceneri dell’associazionismo del mondo romano e
greco e con il Concilio di Trento e si diffonde nel Medioevo». Autonomia. «Ciò
che contraddistingue le Confraternite è lo spirito di autonomia e libertà che
spesso ci ha portati ad una falsa interpretazione di esse». Virtù per entrare nella
Confraternita. «La fede è il primo passo, non basta la devozione, non si può
parlare di evangelizzazione, senza fede. Finalità. «Tutte le confraternite nascono
perché hanno una unica finalità, la catechesi, catechizzare se stessi e gli
altri». Il ruolo del confratello all’interno della Confraternita ieri e oggi. «In
passato si aderiva alla Confraternita per poter imparare, per prestigio perché
le confraternite erano un punto di riferimento, per devozione, oggi lo si deve
fare per prima per fede autentica e per servire la società culturale». Rito d’ingresso.
«Alla vestizione precede un periodo di formazione e il rito d’ingresso è simile
al battesimo con il giuramento». Da evitare. «Pragmatismo scialbo, ruoli di primo piano e personalismi
all’interno della chiesa». Regole di condotta. «Sono contenute nello statuto, così
come i diritti e doveri dei confratelli, la conoscenza dei nostri doveri ci induce
alla partecipazione, al diritto di votare e di proporsi come candidato».
Profilo del confratello. «Non aver subito condanne penali o amministrative, partecipazione
alla liturgia domenicale, è essenziale, se non partecipiamo alla liturgia ogni
pietà popolare è una farsa, guardare sempre a Cristo, ogni confratello è come l’anfora
incrinata, essenziale». Si è soffermato sulla missione del servizio dei
confratelli monsignor Emilio Aspromonte, assistente delle Confraternite di
Calabria per scandire che la Confraternita è una realtà missionaria. «Non
esiste una Confraternita se non ha lo spirito missionario, il servizio è una cosa
seria. Senza servizio il cristiano non esiste, bisogna mettersi al servizio della
realtà, dei fratelli, di chi ha più bisogno, di chi si rapporta con la realtà
in un certo modo, di chi ha problematiche, altrimenti non serviamo a nulla». Ha
portato i saluti del parroco della chiesa Maria Santissima Addolorata don Rosario
Attisano, il vice don Calimera, il quale a fine mese lascerà Rosarno perché è
stato scelto dal vescovo monsignor Francesco Milito per guidare la comunità di
Anoia. «Rosarno non è come si dice è una grande famiglia – ha asserito don
Calimera - dal primo giorno ho sentito un cuore grande che accoglie, è una
comunità che vive le sue ferite e si rialza sempre». Ha concluso il convegno il
priore della Confraternita dell’Addolorata Massimiliano Donato il quale ha illustrato
i percorsi formativi sulla comunicazione guidati dal maestro dei novizi
Salvatore Varone e quelli spirituali guidati da don Calimera che la Confraternita
ha intrapreso, ed ha anticipato che la stessa approfondirà i temi del convegno.
Tra le Confraternite presenti quelle della Madonna del Carmelo di Palmi, dell’Immacolata
di Polistena e del Rosario di San Giorgio Morgeto.
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