CRESCE LA CONFRATERNITA DELL' ADDOLORATA NUOVI INGRESSI VESTIZIONI e RINNOVO delle PROMESSE
Sei
aspiranti confratelli e consorelle: Domenico Cimato, Rosalba Falleti, Domenico
Fazzari, Giuseppe Gioffrè, Romina Paolillo e Andrea Rositano, hanno chiesto di entrare
a far parte della Confraternita Maria Santissima Addolorata di Rosarno. Dopo un
itinerario di formazione specificamente confraternale con incontri di catechesi
sono stati ammessi alla vestizione: Pasquale Rao, Maria Concetta Rosarno,
Vittoria Bono, Pasquale Paparatti e Emanuela Donato. Hanno invece rinnovato la
promessa e il loro devoto servizio per la chiesa gli altri confratelli e
consorelle. Con intimi sentimenti di amore e gratitudine nei confronti di Maria
si è svolta lunedì sera la solenne concelebrazione nella chiesa Maria
Santissima Addolorata di Rosarno nel rispetto delle misure di restrizione anti
Covid – 19, alla presenza del priore della Confraternita mariana Massimiliano Donato,
del parroco don Rosario Attisano e dei sacerdoti don Carmelo Ascone Ascone,
padre Luigi Ragione e don Rosario Rosarno. Quest’ultimo, durante l’omelia ha esortato
i nuovi iscritti e i vecchi confratelli ad accogliere l’altro con un cuore trasparente
sottolineando che la cosa più importante nella vita è fare la volontà di Dio
con consapevolezza. Don Rosarno si è rivolto a chi ha appena iniziato il
cammino di discernimento e a chi già ne fa parte spiegando loro cosa significhi
far parte della Confraternita. Con gioia il giovane sacerdote ha dettato loro i
criteri dell’accoglienza e dell’affidamento. «Faccio parte della Confraternita perché
accolgo e mi affido alla Madre addolorata bisognosa di consolazione perché sta perdendo
il figlio che sta morendo, accolgo Madre e figlio nelle persone che al di là di
chi sono hanno una dignità, li accolgo in quell’ora e non in altri momenti».
Don Rosarno ha poi scandito che «la volontà di Dio in sé» è la più importante ma
per comprenderla bisogna prendere coscienza che non possiamo fare a meno di
stare ai piedi della croce che significa prendere e «raddoppiare» tutto: Madre
e figlio, «con forti grida e lacrime preghiere e suppliche». Un modo per dire
che in ogni situazione di vita drammatica che può verificarsi in famiglia, al
lavoro, nelle relazioni di amicizia, dobbiamo imparare a stare sotto la croce
come Maria. Don Rosarno ha concluso la sua omelia lasciando ai fedeli una
riflessione da fare sul loro ingresso nella Confraternita. «Ciascuno di voi
deve domandarsi se far parte della Confraternita è una tentazione personale o è
la volontà di Dio». Il parroco don Attisano si è soffermato sul significato più
profondo dell’abito che indossano i confratelli e consorelle che non è un
paramento da esibire nelle ricorrenze. «E’ l’abito più importante della vostra
vita, segno di umiltà e nascondimento», ha scandito don Attisano, sottolineando
che «spesso si rischia di lasciare gli abiti in chiesa andando in giro per il
mondo dando una cattiva testimonianza. Ovunque voi siate – ha richiamato il
parroco Attisano - ricordate sempre l’impegno che avete preso davanti alla Madonna,
perché il vostro è un cammino straordinario fatto di grandi testimonianze cristiane».
Durante i festeggiamenti religiosi della Madonna Addolorata, anche quest’anno la
Confraternita, oltre a svolgere il servizio d’ordine in chiesa, ogni sera, ha
animato un momento di spiritualità con la recita della Corona dell’Addolorata, che
verrà fatta ogni terzo venerdì del mese a partire da ottobre. Nello stesso mese
la Confraternita avvierà la formazione attraverso incontri mirati «volti a far
maturare sempre più la consapevolezza della scelta fatta ed a prepararsi ad
essere buoni apostoli tra la gente giusto mandato ricevuto dal nostro vescovo
monsignor Francesco Milito», ha concluso il priore Massimiliano Donato.
Kety Galaty
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